Cooperazione di inserimento lavorativo
Sicuramente è un periodo molto difficile per la cooperazione di inserimento lavorativo (cooperazione di tipo B): ormai non esiste più quel clima culturale che aveva portato al riconoscimento dell’esperienze maturate in ambito associativo e imprenditoriale.
Con questa premessa, la cooperazione sociale di inserimento lavorativo si muove in queste direzioni:
– Consolidamento dell’esistente, attraverso una rinnovata presenza nelle associazioni di categoria, ma soprattutto con un grosso lavoro di rete con istituzioni e con altri attori importanti del territorio.
– Estensione degli affidamenti diretti da enti, innanzitutto con un lavoro “certosino” di presenza in tutti gli enti locali della Provincia.
– Clausole sociali: le coop B consorziate lavorano affinché gli Enti si impegnino inserire clausole sociali sulle proprie gare d’appalto così come previsto dall’art. 69 D.Lgs 163/2006, affinché l’aggiudicatario sia vincolato ad eseguire l’appalto stesso attraverso l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate.
– Protocollo d’intesa per la definizione dell’inserimento lavorativo secondo parametri condivisi. In questo momento di utilizzo strumentale delle cooperative B, è importante definire cosa sia un inserimento lavorativo ma soprattutto quali siano dei parametri certi di carattere economico che permettono un inserimento lavorativo.
– Ambiti nuovi d’intervento: vi è necessità di ampliare lo spettro delle possibili azioni da parte delle cooperative B che, oltre alla ordinaria gestione di servizi tipici (pulizie, verde, manutenzioni, facchinaggio), riconoscono l’importanza di alcuni nuovi ambiti, settori da sviluppare nei prossimi anni e sui quali investire.